Miglioramento continuo

Nel mondo professionale molte aziende hanno adottato questo slogan come vera e propria chiave di successo. Il miglioramento continuo, dal giapponese kaizen, si basa sul principio che il "risultato" è frutto di una costante azione di verifica e ottimizzazione dei processi e quindi dei prodotti.

Anche se non di facile attuazione la logica operativa è comunque semplice. Una realtà produttiva (...e una sala di scherma "produce" campioni) è composta da una serie di macro processi che a loro volta si scompongono in sotto-processi e così via fino ad arrivare alla singola attività.

Questa scomposizione modulare permette di misurare e di valutare ogni attività elementare e, quindi, il processo a cui essa appartiene. Questo ci permette di capire il livello di efficienza (prima) e di efficacia (poi) raggiunto per individuare gli scostamenti (gap) da colmare per ottenere il successo.

Queste valutazioni producono degli indici  (KPI: key performance indicators) che indicano il livello di performance ottenuto generalmente riferito ad un valore "campione" con cui confrontarsi per valutare l'andamento di ogni singolo processo.

Il continuous improvement consiste semplicemente nel mantenere questi indicatori sui livelli alti per raggiungere livelli di eccellenza. Per fare ciò è necessaria una continua auto-analisi, una valutazione dei risultati ottenuti, la scelta delle azioni di miglioramento e la loro attuazione; quindi si procede ad una nuova auto-analisi, valutazione e così via.

Questo metodo fa riferimento allo schema di Deming o PDCA, quest'ultimo deriva dalle iniziali dei termini inglesi: PLAN (pianificare), DO (fare), CHECK (verificare) e ACT (attuare). 

...e se fosse scherma? Il "workout plan"
Applicando questa metodologia in ambito sportivo e, in particolare, alla scherma ho individuato 4 aree di valutazione:
  • preparazione atletica,
  • tattica,
  • tecnica
  • psicologica
Per ognuna di queste aree è necessario definire:
  • obiettivi,
  • criteri di misurazione,
  • indici di riferimento (KPI) 
  • piani di allenamento specifici
tutto questo prende il nome di "workout plan" e può avere una cadenza trimestrale o semestrale a seconda delle esigenze. 

Il workout plan è redatto geneneralmente per una specifica categoria di allievi, ma, se il livello dell'atleta cresce, questi piani saranno sempre più specifici fino ad arrivare al "personal plan" a carattere individuale.

Non credo di aver inventato niente di nuovo, ad esempio, nello sci esistono diversi livelli di preparazione che fanno riferimento al modo in cui la persona è capace di sciare: spazzaneve, cristiania, parallelo, super parallelo e agonistico (almeno questi erano quelli di quando ho iniziato io). Un test di ingresso determina a quale corso accedere per poter salire di livello.

Sono convinto che nella scherma sia possibile fare la stessa cosa in modo da avere dei riferimenti (target) ben precisi. L'allievo stesso può così valutare da sé la propria crescita senza necessariamente aspettare il fatidico test della gara che spesso può trarre in inganno perché non rispondente alla realtà. Per ora mi fermo qui, ma per chi è interessato a questo tema prometto che ci saranno ulteriori approfondimenti. Sto anche realizzando un software specifico che possa supportare il maestro nell'applicazione di questa metodologia.







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